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Stadio Olimpico Grande Torino


Stadio Olimpico Grande Torino


Lo Stadio Olimpico Grande Torino è un impianto sportivo multifunzionale di Torino. Sorge in via Filadelfia, nel quartiere torinese di Santa Rita, nel parco di Piazza d'Armi. Si affaccia sui corsi Sebastopoli e Agnelli, via Filadelfia e piazzale Grande Torino in prossimità al Circolo della Stampa.

Rilevante testimonianza del razionalismo italiano, fu inaugurato nel 1933 come Stadio Municipale Benito Mussolini. Nel dopoguerra fu ribattezzato Stadio Comunale, nome tenuto fino al 1986, quando il comune di Torino deliberò di rinominarlo in Stadio comunale Vittorio Pozzo. Nel 2005, con la designazione di Torino a sede dei Giochi olimpici invernali del 2006, assunse il nome di Stadio Olimpico e, nel 2016, intitolato alla memoria del Grande Torino perito sul colle di Superga nel 1949.

Lo stadio fu sede degli incontri interni di Juventus e Torino fino al 1990, anno del trasferimento di entrambi i club allo stadio delle Alpi. Ristrutturato in occasione dell'appuntamento olimpico del 2006, nel settembre dello stesso anno lo stadio tornò a ospitare le due compagini cittadine; con l'inaugurazione dello Juventus Stadium nel 2011, da tale data lo stadio ospita solo il Torino.

Benché l'uso prevalente sia quello calcistico, ha ospitato anche incontri internazionali di rugby, sia a XIII (nel 1952) che a XV (dal 2008). Infine, nel 1959 e nel 1970 ospitò, rispettivamente, i I e i VI Giochi universitari.

Sottoposto dal 2013 a vincolo architettonico dal Ministero della cultura, è uno dei quattro stadi italiani, assieme al succitato Stadium, all'Olimpico di Roma e al Meazza di Milano, a rientrare nella categoria 4 UEFA, quella con maggior livello tecnico.

Originariamente intitolato a Benito Mussolini e classico esempio di razionalismo italiano, lo stadio fu costruito nel 1933 sui terreni dei Tetti Varrò per decisione del duce stesso, al fine di ospitare i Littoriali di quell'anno e i Campionati Internazionali Studenteschi. Venne inoltre edificato per sostituire i precedenti impianti sportivi presenti nella Piazza d'Armi dal 1909-10. L'amministrazione civica, per abbreviare il più possibile i tempi di costruzione, bandì un appalto-concorso, dividendo poi i lavori fra tre imprese: lo stadio (tribune, gradinate e locali interni) fu affidato alla ditta Saverio Parisi di Roma (su progetto dell'architetto Raffaello Fagnoni e degli ingegneri Enrico Bianchini e Dagoberto Ortensi); la pista di atletica leggera, la cosiddetta Torre Maratona (un torrino piezometrico) e le biglietterie all'Impresa ing. Vannacci e Lucherini (progetto dell'arch. Del Giudice, del prof. Colonnetti e dell'ing. Vannacci); la piscina coperta alla Società AN. Imprese Edili Ing. E. Faletti (progetto dell'arch. Bonicelli e dell'ing. Villanova). L'Impresa ing. Guido De Bernardi si occupò, infine, della preparazione dei campi e delle piste.

Nel progetto originario lo stadio, con una capienza di 65 000 posti (che, all'epoca, lo rendeva il più capiente in Italia), era formato da un vasto anello ellissoidale, il cui maggior perimetro era di circa 640 m. La base era costituita da una banchina di granito bianco sulla quale poggiava lo zoccolo in intonaco rosso; dello stesso materiale erano formati i piani a 45° che delimitavano tre strisce vetrate per l'illuminazione dei locali interni, coronate da un parapetto bianco. Sopra questo si affacciavano ampi finestroni limitati da pilastri in cemento che sorreggevano lo sbalzo terminale, sporgente per oltre tre metri con un'inclinazione di 45°. Gli accessi all'interno erano praticati attraverso 27 aperture, la principale delle quali conduceva alla tribuna d'onore, dotata di copertura dalle intemperie. Il parterre era in parte coperto dalle gradinate che vi aggettavano a sbalzo ed era leggermente rialzato nella parte più distante dal campo.

Il terreno di gioco misurava 70 × 105 m. Attorno vi erano la pista di atletica a sei corsie, le fosse per il getto del peso e il lancio del disco, le piste per il salto in lungo e quello in alto. Inizialmente, le curve della pista di atletica erano state progettate a tre centri, ma, dopo le proteste del dirigente nazionale Massimo Cartasegna (che aveva partecipato da atleta ai Giochi olimpici del 1908), vennero riprogettate a un solo centro: come risultato finale, però, la pista ebbe una lunghezza anomala di 446,38 metri. Il 5 giugno 1932 si deliberò l'appalto del concorso nazionale per l'edificazione dell'impianto. I lavori di costruzione ebbero inizio il 21 settembre 1932 e furono, successivamente, terminati negli ultimi giorni di aprile 1933. L'opera fu inaugurata il 14 maggio 1933 dal segretario del Partito Nazionale Fascista, Achille Starace, in occasione dell'inizio dei Littoriali. Il primo incontro a svolgersi nel nuovo impianto avvenne il 29 giugno successivo tra la Juventus e gli ungheresi dell'Újpest, ritorno dei quarti di finale della Coppa dell'Europa Centrale e fu vinto per 6-2 dai torinesi.

Dopo gli eventi inaugurali, l'impianto ospitò alcuni incontri del campionato del mondo 1934 svoltosi in Italia. Già dalla precedente stagione di Serie A 1933-1934 la Juventus si era trasferita in tale impianto (l'esordio fu a novembre in occasione di una vittoria 8-1 sul Genova 1893, mentre il Torino continuava a giocare al stadio Filadelfia di sua proprietà. Inoltre, la Juventus utilizzò lo stadio Mussolini anche come sede degli allenamenti (fino al 1943). Sulla parte sud di via Filadelfia, a ridosso dell'Istituto di Riposo della Vecchiaia e dei terreni del Circolo ricreativo del giornale La Stampa, di cui la Juventus fu proprietaria dal 1941 al 1949 usandola anche come sede amministrativa, sorse poi un campo di allenamento esclusivo per la squadra bianconera, in seguito battezzato nel 1956 con il nome del calciatore Gianpiero Combi; tale struttura fu abbattuta nel 2004 per far spazio a una in vetro con piscina per il nuoto.

Dal 1938 lo stadio ospitò anche la sede provvisoria del museo dell'automobile di Torino, inaugurato nel 1939, fino al suo definitivo trasferimento, nel 1960, presso corso Unità d'Italia, nel quartiere Nizza Millefonti.

Prima partita Juventus (Coppa dell'Europa Centrale 1933)


Prima partita (casalinga) Torino (Serie A 1942-1943)


Con la fine della seconda guerra mondiale e l'avvenuta caduta del regime fascista, l'impianto perse la denominazione al duce e venne di conseguenza rinominato da Municipale Benito Mussolini a un più neutro stadio Comunale. La Juventus continuò a essere l'unica stabile titolare del campo fino all'inizio della stagione 1963-1964, quando il Torino abbandonò definitivamente il Filadelfia e si trasferì anch'esso in pianta stabile al Comunale.

Già nei decenni precedenti il club granata si era saltuariamente affacciato al Comunale (e lo stesso aveva fatto la Juventus al Filadelfia in quei decenni): il debutto risaliva al 1942, in occasione della sconfitta casalinga contro il Milano (0-1), durante l'ottava giornata della Serie A 1942-1943; in quel campionato, infatti, il Torino, per ordine dell'autorità prefettizia, disputò sei gare interne consecutive allo stadio di Santa Rita. Fino al 1958 il Torino ricorse, sporadicamente, al Comunale per alcune partite di cartello. Nella stagione 1958-1959 ci fu un primo tentativo granata di migrare definitivamente al Comunale, ma l'epilogo dell'annata, sfociato nella prima retrocessione assoluta della squadra, fece propendere per un immediato e scaramantico ritorno al Filadelfia. Seguì un quadriennio che vide il Torino solo ospite sporadico del campo, prima del definitivo trasferimento datato 1963. Al Comunale, tra il 1933 e il 1990, la Juventus ha festeggiato 17 titoli di campione d'Italia (compresi i due ultimi del Quinquennio d'Oro), 8 Coppe Italia e 6 titoli a livello internazionale; il Torino vi ha conquistato lo scudetto del 1975-1976 e due Coppe Italia.

In alcune occasioni l'impianto fu usato come impianto casalingo dalle formazioni giovanili delle due squadre torinesi, oltreché da varie squadre femminili del capoluogo piemontese. Lo stadio ospitò anche alcune partite della squadra di football americano dei Giaguari Torino.

Il 28 novembre 1962 fu presentata la sede torinese del Centro di medicina dello sport, ospitata proprio all'interno dello stadio Comunale; la struttura venne inaugurata il successivo 1º dicembre. Nel 1959 e nel 1970 il Comunale ospitò rispettivamente la I e VI Universiade, mentre nel 1986 fu intitolato a Vittorio Pozzo, allenatore due volte campione del mondo con la nazionale italiana (1934 e 1938). L'impianto torinese fu teatro di alcuni incontri del campionato d'Europa 1980 e ospitò nel 1985 la prima finale in gara unica di Supercoppa UEFA, disputata tra la Juventus e il Liverpool.

Nel 1984, quando la FIFA assegnò all'Italia l'organizzazione del campionato del mondo 1990, si incominciò a parlare di un nuovo stadio per la città, dato che, ormai da tempo, il Comunale era divenuto uno stadio obsoleto, piccolo e poco flessibile, tuttavia, le soluzioni proposte furono due. Una di queste ipotesi era ristrutturare l'impianto di Santa Rita per il campionato del mondo, idea condivisa anche dall'allora assessore allo sport della giunta torinese, Elda Tessore, che propose una ristrutturazione dello stadio esistente, con installazione di una copertura sugli spalti e l'ampliamento della capienza fino a 77 500 posti a sedere (contro i 65 000, perlopiù in piedi, disponibili all'epoca). L'assessore affermò che la struttura fosse sicura e che, oltre alla ristrutturazione, sarebbe bastato migliorare i servizi. L'alternativa a questo progetto, invece, consisteva nel costruire un impianto nuovo. Alla fine, si optò per quest'ultima soluzione, poiché il comitato organizzatore dei Mondiali ritenne che ristrutturare il Comunale non fosse una soluzione sufficiente per renderlo meno obsoleto e lo stesso ragionamento fu condiviso dalle due società sabaude. Fra le varie località proposte, vi fu anche il sito dello stesso stadio Comunale (che sarebbe stato abbattuto e l'adiacente area di Piazza d'Armi adattata a parco). Tuttavia, dopo vari incontri, nel 1986 fu deciso di erigere il nuovo impianto nel quartiere delle Vallette e così venne dato il via libera alla costruzione di quello che sarebbe diventato lo stadio delle Alpi.

Il Comunale ospitò, così, le gare interne di entrambe le squadre torinesi fino alla stagione 1989-1990: l'ultima partita giocata su questo campo dalla Juventus, il 2 maggio 1990, fu la vittoria per 3-1 nella finale di andata della Coppa UEFA contro la Fiorentina, mentre l'ultima assoluta fu appannaggio del Torino, il 27 dello stesso mese, per il campionato di Serie B, vinta 3-0 contro il Messina. Quindi l'impianto, ormai vecchio e desueto, venne abbandonato dal calcio cittadino per il Delle Alpi. Negli anni seguenti il Comunale venne utilizzato sempre di meno, sino a essere destinato unicamente agli allenamenti della prima squadra juventina (dal 1994 al 2003) e, brevemente, di quella torinista (2003-2004).

L'ultimo evento calcistico di rilievo fu la doppia finale del Campionato Primavera 1993-1994 tra le formazioni giovanili di Juventus e Torino che vedrà prevalere i bianconeri: lo stadio di Santa Rita fu scelto proprio per l'occasione, così da rievocare gli accesi derby tra gli anni '70 e '80 che avevano come teatro questo impianto.

Ultima partita Juventus (Coppa UEFA 1989-1990)


Ultima partita Torino (Serie B 1989-1990)


Negli anni in cui non venne più utilizzato come impianto casalingo dalle prime squadre, l'impianto cadde in uno stato di abbandono e degrado, complice la carente manutenzione. Per far rinascere lo stadio Comunale, in quel periodo, furono proposte tante soluzioni. Nel 1990 si pensò a progettare un campus universitario, anche con mercati, cinema, banche, uffici municipali, impianti per l'atletica e altri sport e arene per concerti e spettacoli.

Nel 1993 il CONI propose di trasformare il Comunale in un "villaggio dello sport", ospitando al piano terra tutte le federazioni sportive, le quali avrebbero potuto avere uffici, sale riunioni, palestre e luoghi d'allenamento. Sulla stessa lunghezza d'onda ragionò la Juventus che, secondo la proposta, avrebbe ristrutturato gli spogliatoi e realizzato un nuovo campo sulla vicina area del Campo Combi (allora utilizzato come campo d'allenamento dalle giovanili bianconere), mettendolo a disposizione della circoscrizione e ottenendo in cambio uno spazio maggiore dove poter collocare uffici e una concessione che le avrebbe consentito di utilizzare tutte le strutture calcistiche. Al progetto riguardante l'eventuale restauro dell'impianto di Santa Rita fu interessato anche il Centro di medicina sportiva, il quale intendeva ampliare la propria storica sede presso lo stadio. Tra le varie ipotesi, fu anche proposto di dar vita a un museo dello sport, che avrebbe fatto parte del "villaggio sportivo" all'interno del Comunale.

Nel 1996, complice la scomodità dello stadio delle Alpi, la Juventus pensò di acquistare il Comunale e usarlo nuovamente come impianto casalingo. Il progetto prevedeva di erigere un nuovo impianto da 35 000 posti senza pista d'atletica, abbattendo il vecchio stadio, salvando solo la curva e la Torre Maratona, all'interno della quale avrebbe dovuto insediarsi il museo della Juventus; inoltre la società bianconera intendeva trasformare l'area circostante la struttura aggiungendo multisale per il cinema, ristoranti, negozi, alberghi, fast food e botteghe per l'acquisto di gadget. Inoltre, la società pensò, una volta abbandonato il Delle Alpi, di destinarlo solo a grandi eventi sportivi e di riservare all'area circostante la funzione di centro sportivo con campi d'allenamento e sedi per tecnici e dirigenti.

Nel 1998 la Juventus abbandonò il progetto del nuovo stadio Comunale per evitare che, nel quartiere Santa Rita e dintorni, ci fossero problemi di ordine pubblico dovuti alla presenza di due impianti calcistici nella stessa zona: nelle vicinanze, infatti, c'era lo stadio Filadelfia, storicamente legato al Torino e su cui era in vigore un progetto di ristrutturazione dal 1997. In seguito alla decisione di rinunciare allo stadio di Santa Rita, la società bianconera decise di puntare sul restyling del Delle Alpi: in questo modo, la Juventus rispolverò il piano risalente al 1994, suggerito come alternativa anche durante il biennio in cui aveva preso corpo il progetto del Comunale.

Nel 2001 lo Stadio Comunale venne designato come impianto da utilizzare per i XX Giochi olimpici invernali, dopo essere stato indicato come alternativa allo stadio Filadelfia durante il biennio 2000-2001. Sempre nel 2001, viene proposto di vendere lo stadio delle Alpi alla Juventus e al Torino in comproprietà (proposta già avanzata nel 1996, ma respinta dalle due squadre per i prezzi troppo onerosi): i due club e il Comune concordano sulla soluzione. Ciononostante, l'idea viene abbandonata alla fine dell'anno, per via della mancanza di accordo tra le due società riguardo alla gestione dell'impianto della Continassa. Nel 2002, inoltre, la squadra granata ha rinunciato al progetto riguardante il restauro del vecchio Filadelfia e il suo riutilizzo come stadio casalingo. Pertanto, nello stesso anno, il sindaco Sergio Chiamparino propone al Torino di acquistare il Comunale.

Il 18 giugno 2002, in seguito all'accordo con il Comune che, al prezzo di 25 milioni di euro, affida lo stadio delle Alpi alla Juventus, lo stadio Comunale viene assegnato al Torino, per la cifra di 6 milioni di euro. Il 19 dicembre dello stesso anno, il Torino si riappropria anche dello stadio Filadelfia, al fine di destinarlo ad altre attività. Tuttavia, il 12 agosto 2005, in seguito ai problemi finanziari che hanno portato al fallimento della società granata (sancito definitivamente il successivo 17 novembre), il Comune di Torino è tornato proprietario dell'impianto di Santa Rita e ha dovuto provvedere in proprio al completamento della ristrutturazione; nello stesso giorno, il Comune ha acquistato dal Torino anche il Filadelfia.

Il progetto di ristrutturazione del Comunale, affidato agli studi di architettura veronesi Giovanni Cenna Architetto e Arteco, ha conservato le strutture esistenti, sottoposte al vincolo della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici; ha quindi aggiunto nuove strutture verticali per reggere la copertura di tutto l'impianto, e un terzo anello di gradinate, continuo e strutturalmente collaborante alla copertura, dotato nella parte corrispondente alla precedente copertura di una parte chiusa ospitante 44 palchi. Circa un terzo del rivestimento della copertura è in materiale plastico semitrasparente, in maniera da evitare il più possibile che l'ombra proiettata dalla stessa possa danneggiare il tappeto erboso a causa della minore insolazione. La capienza complessiva è stata portata a 27 168 posti, tutti al coperto e a sedere, ridotta rispetto a quella originaria (l'impianto poteva ospitare 65 000 persone in piedi) per rispettare le moderne norme di sicurezza.

Per le cerimonie olimpiche sono stati effettuati anche numerosi interventi ad hoc: l'ampliamento a 35 000 posti mediante strutture temporanee, la realizzazione di un imponente allestimento sceno-tecnico e la predisposizione del braciere olimpico, la cui altezza di 57 metri lo rende il più alto del mondo. Anche all'interno sono stati fatti molti cambiamenti: la novità principale è la costruzione al piano terra di un'area commerciale di 1163 m²; inoltre, nel settore nord-ovest, sono stati ristrutturati e collocati diversamente il centro di medicina sportiva, tutti i servizi e gli uffici. La ristrutturazione dello stadio è costata 48 milioni di euro. All'esterno, invece, sono stati costruiti i nuovi Parcolimpico e Palasport Olimpico, quest'ultimo progettato dall'architetto giapponese Arata Isozaki.

Il nuovo impianto è stato presentato, ufficialmente, il 29 novembre 2005 con una cerimonia a cui hanno partecipato rappresentanti degli enti locali, del governo, del Comitato Olimpico Internazionale e del TOROC: in quest'occasione, è stato ufficialmente ribattezzato con il nome di stadio Olimpico. Nel 2006 è stato la sede delle cerimonie di apertura e di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali, svoltesi rispettivamente il 10 e il 26 febbraio 2006, e della cerimonia di apertura dei IX Giochi paralimpici invernali, avvenuta il 10 marzo 2006. All'esterno della Torre Maratona, l'11 gennaio 2006 è stata inaugurata una piazzetta pedonale che unisce le strutture olimpiche al parco Cavalieri di Vittorio Veneto (ex Piazza d'Armi): questa piazza rappresenta una sorta di "giardino olimpico", dove è altresì presente una fontana a specchi, simile ad un canale d'acqua di 150 m che esalta la monumentalità dell'adiacente Torre Maratona.

Nell'estate 2006 lo stadio è tornato a ospitare le partite delle due principali squadre di calcio della città: il Torino si è stabilito definitivamente, la Juventus solo provvisoriamente, in attesa del completamento dei lavori di restyling dello stadio delle Alpi. Inizialmente intenzionata a giocare nell'impianto di Santa Rita per la sola stagione 2006-2007, in modo da attuare un veloce rimodernamento del Delle Alpi, il suo coinvolgimento in Calciopoli durante l'estate 2006, ha indotto la società bianconera a revisionare i suoi piani edilizi e prolungare fino al 2011 la convivenza all'Olimpico con i concittadini granata. La prima partita nel rinnovato Olimpico, il 10 settembre, viene disputata dai granata, in occasione dell'incontro di Serie A contro il Parma (1-1); sei giorni dopo è toccato ai bianconeri fare il loro debutto, in occasione della vittoriosa sfida di Serie B contro il Vicenza (2-1). Il ritorno dei due club torinesi nel quartiere Santa Rita ha comportato anche un serio impegno per garantire l'ordine pubblico sia all'interno dell'Olimpico che nell'area circostante, molto più centrale e trafficata rispetto alla periferica Continassa dove era sito il Delle Alpi, da poco abbandonato dalle due squadre. Pur essendo stata fisicamente eliminata la pista di atletica leggera (al suo posto vi è un tappeto in erba sintetica), la distanza tra gli spalti e il terreno di gioco allo stadio Olimpico non è cambiata: rimane uno stadio poco adatto al calcio, dove il campo resta lontano e che si porta appresso infrastrutture inesistenti o desuete. Tuttavia, in sede di ristrutturazione, è stato costruito un nuovo parterre che avvicina di qualche metro gli spettatori delle prime file. I posti riservati agli spettatori disabili sono 80, di cui 64 dislocati in due tribunette poste nel parterre del primo anello dei distinti centrali, 12 nella tribuna centrale e 4 nei palchi.

L'Olimpico è stato il primo stadio in Italia a rispettare interamente i dettami della "Legge Pisanu" in merito alla sicurezza negli stadi. Sono state installate 96 telecamere di videosorveglianza, consentendo alle forze dell'ordine di individuare e identificare i colpevoli degli atti di violenza. La recinzione vetrata, che separa il campo dalla zona spettatori, è mobile; è alta 2,2 metri, ma nelle partite che non destano rischi di ordine pubblico può essere abbassata a 1,1 metro. Inoltre, il ricorso alla tecnologia è stato elevato: sotto al terreno di gioco sono state poste delle serpentine per il riscaldamento del campo in caso di temperature rigide e, in caso di pioggia, un sistema automatico provvede a tendere dei teloni a copertura del terreno.

Nei suoi primi due anni di utilizzo, dal 2006 al 2008, essendo state inserite due distinte fasce di sicurezza per separare le tifoserie ospiti, la capienza effettiva è risultata limitata a 25 500 posti. Durante l'estate del 2008 si sono svolti lavori di ampliamento dei posti disponibili, in vista del ritorno della Juventus in Champions League. Sono stati installati circa 1350 nuovi posti, su quattro file, a ridosso della prima fila di distinti e tribuna, creando un nuovo anello sullo spazio dove era posizionata la vecchia pista e per favorire la visibilità di queste nuove file di spettatori, nei settori Ovest ed Est le barriere sono state abbassate a 110 cm, rispetto ai 220 cm della conformazione precedente. Infine, sono stati recuperati 650 posti con il ridimensionamento del settore ospiti. La capienza è così diventata di circa 27 500 posti. Durante l'estate del 2009 sono stati effettuati nuovi lavori, il parapetto di separazione è stato abbassato a 1,10 m in tutti i settori e 444 nuovi posti sono stati aggiunti nella zona parterre, portando la capienza complessiva dello stadio a 27 994 posti. Inoltre, per lo stesso motivo di cui sopra, nel 2012 sono state eliminate le barriere che dividevano la Curva Maratona con la Maratona Laterale (già settore ospiti nelle partite casalinghe della Juventus), permettendo così un ulteriore innalzamento di capienza dai 27 994 posti del 2009 ai 28 140 attuali.

La Juventus ha continuato a disputare i suoi incontri casalinghi all'Olimpico fino al 2011: l'ultima partita casalinga giocata dai bianconeri all'Olimpico è stata la gara contro il Napoli del 22 maggio 2011, in occasione dell'ultima giornata di Serie A (2-2). Pochi mesi dopo, la squadra juventina si è trasferita nel suo nuovo impianto di proprietà, lo Juventus Stadium, sorto sulle ceneri del vecchio Delle Alpi.

A partire dall'estate 2011, quindi, l'Olimpico è divenuto di utilizzo esclusivo del Torino. Visto questo mutato scenario, la società e i tifosi granata hanno iniziato a chiedere «un nome nuovo per lo stadio Olimpico, rivendicando un richiamo identitario maggiore» alla storia torinista: in quest'ottica, il 29 novembre 2012 il Comune ha ribattezzato l'ex corso Sebastopoli (l'area compresa tra l'Olimpico, il PalaAlpitour e la Torre Maratona) in piazzale Grande Torino, dedicandola così ai giocatori granata scomparsi nella tragedia di Superga. Successivamente, il 19 aprile 2016, la municipalità torinese ha ufficialmente ridenominato l'impianto alla memoria del Grande Torino, com'è stato proposto più volte negli anni precedenti, a partire dall'inaugurazione della struttura. La ridenominazione dello stadio è avvenuta senza rimuovere l'intitolazione ai Giochi olimpici invernali del 2006, come da regolamento. Nel frattempo, oltre a ospitare gli incontri della prima squadra torinista, in ambito giovanile l'Olimpico ha momentaneamente ospitato alcune partite di cartello della formazione Primavera granata, in attesa del completamento nel 2017 del Filadelfia, centro sportivo sorto sulle ceneri dell'omonimo e storico stadio e che ospita gli allenamenti della prima squadra torinista e alcune partite della squadra Primavera del club granata.

Dal 2013 l'area in cui sorge lo stadio, includendo la Torre Maratona in via Filadelfia, è sottoposta a vincolo architettonico dal MiBACT.

Prima partita Torino (Serie A 2006-2007)


Prima partita Juventus (Serie B 2006-2007)


Ultima partita (casalinga) Juventus (Serie A 2010-2011)


Con il nome di Curva Maratona si conosce il settore a nord dello stadio occupato tradizionalmente, durante le gare casalinghe, dai nuclei più accesi della tifoseria organizzata del Torino. Tale nome è stato attribuito per la presenza, già dai tempi del vecchio Comunale, nell'area retrostante la curva stessa, di un'alta struttura denominata Torre Maratona, nei pressi della quale si apriva l'ingresso riservato agli atleti partecipanti all'eponima gara di atletica; essa è stata restaurata in occasione dei Giochi del 2006.

A partire dalla riapertura al calcio dell'impianto, sette mesi dopo i XX Giochi olimpici invernali nel 2006, la curva Sud viene ribattezzata Curva Primavera in onore delle squadre giovanili granata. I Distinti Granata sono il punto di incontro delle famiglie all'interno dello stadio Olimpico. Distribuito su tre livelli, come tutti gli altri settori, affianca la zona riservata ai tifosi ospiti. Il settore più esclusivo dello stadio, è diviso in Tribuna Granata, Poltroncine Granata, Tribuna Stampa e Tribuna Grande Torino. Vi è presente poi, al terzo anello, la zona dei palchi, ambienti e sale con vista sul campo dotati di vari comfort che possono ospitare al loro interno fino a 10 posti.

Curva Filadelfia era il nome con il quale era tradizionalmente conosciuto il settore dell'impianto occupato durante le gare casalinghe dai nuclei più accesi della tifoseria organizzata della Juventus. Tale nome è originato dal nome della via verso la quale si affaccia. Dopo la morte di Gaetano Scirea, avvenuta nel settembre del 1989, i tifosi della Juventus chiesero e ottennero che le due curve del loro stadio fossero dedicate allo storico capitano bianconero.

Nel 2006, al ritorno della Juventus nello stadio Olimpico ristrutturato, anche la vecchia Filadelfia venne intitolata Curva Scirea Sud e diventò sede delle frange più accese del tifo bianconero. Similmente con quanto accadde per la curva Sud, anche la curva Nord si chiamava Curva Scirea Nord, sempre in onore di Scirea. La Tribuna Est dello stadio Olimpico di Torino era il punto di incontro delle famiglie all'interno dell'impianto. Nella parte destra, prima della Scirea Nord era presente un settore separato riservato ai tifosi delle squadre ospiti. Infine, la Tribuna Ovest era il più costoso stand dello stadio Olimpico; il suo secondo livello era riservato esclusivamente per la stampa, commentatori e personaggi importanti avendo escluso palchi d'onore.

Prima della sua ristrutturazione, sino ai primi anni 90 lo stadio è stato sede di numerose manifestazioni extrasportive, come i concerti: tra gli altri, quelli di Bob Marley, dei Rolling Stones (dove Mick Jagger si esibì con una maglia azzurra la sera dopo la vittoriosa finale del campionato mondiale di calcio 1982), di Michael Jackson nel Bad World Tour e dei Pink Floyd nel A Momentary Lapse of Reason Tour; in particolar modo Madonna, con il Who's That Girl Tour, ha totalizzato al Comunale un pubblico record di 63 127 spettatori incassando 2 204 096 000 lire, in un performance poi pubblicata in home video con il titolo Ciao, Italia! - Live from Italy.

Dopo la ristrutturazione degli anni 2000, l'impianto è tornato a essere teatro di vari concerti, accogliendo le esibizioni di artisti sia nazionali, quali Claudio Baglioni, Tiziano Ferro, Jovanotti, Ligabue e Vasco Rossi, sia internazionali, quali Bruce Springsteen, U2, Coldplay, Muse, One Direction e Rammstein; il 22 giugno 2011 ha inoltre ospitato una rappresentazione del Nabucco di Giuseppe Verdi. In ambito rugbistico, il 15 novembre 2008 l'impianto è stato sede di un test match della nazionale di rugby a 15 italiana contro l'Argentina; altri test match si sono svolti il 9 novembre 2013 contro l'Australia e il 22 agosto 2015 contro la Scozia.

Stadio Olimpico Grande Torino
  • Prima partita ufficiale: 10 settembre 2006, Torino - Parma 1-1 (1ª giornata Serie A 2006-07)
  • Prima partita della Juventus: 16 settembre 2006, Juventus - Vicenza 2-1 (2ª giornata Serie B 2006-07)
  • Trofeo Centenario Torino: 19 agosto 2007, Torino - Peñarol 0-0, 4-3 d.c.r.
  • Primo Derby della Mole: 30 settembre 2007, Torino - Juventus 0-1 (6ª giornata Serie A 2007-08)
  • Prima partita internazionale: 13 agosto 2008, Juventus - Artmedia Bratislava 4-0 (3º turno preliminare UEFA Champions League)
  • Prima partita della nazionale italiana di calcio: 9 settembre 2009, Italia - Bulgaria 2-0 (qualificazioni ai Mondiali 2010)
  • Record reti: 23 febbraio 2008, Torino - Parma 4-4 (24ª giornata Serie A 2007-08); 30 marzo 2013, Torino - Napoli 3-5 (30ª giornata Serie A 2012-13); 12 febbraio 2017, Torino - Pescara 5-3 (24ª giornata Serie A 2016-17)
  • Record pubblico: 8 dicembre 2009, Juventus - Bayern Monaco (1-4) - 27 801 persone (6ª giornata della fase a gironi della Champions League 2009-10)
  • Ultima partita casalinga della Juventus: 22 maggio 2011, Juventus - Napoli 2-2 (38ª giornata Serie A 2010-11)

Il 13 novembre 2012 l'Olimpico si è arricchito con l'inaugurazione del Museo dello sport – il primo del genere in Italia – un'esposizione permanente che raccoglie nei locali dello stadio una collezione di cimeli e memorabilia dei campioni di ogni sport: un progetto che, come detto sopra, era stato già proposto nell'aprile 1993 come parte di un "villaggio dello sport" nell'impianto di Santa Rita. Nonostante la ricca collezione, il museo non ha riscosso il successo sperato e la mancanza di un flusso di visitatori consistente ha portato, il 6 agosto 2015, alla sua definitiva chiusura.

  • Lo stadio a Torino, in L'Architettura Italiana - Periodico mensile di architettura tecnica, vol. 9, settembre 1933 - XI.
  • Museo dello sport (Torino)
  • Luoghi d'interesse a Torino
  • Santa Rita (Torino)
  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo Stadio Olimpico Grande Torino
  • Sito ufficiale, su comune.torino.it.
  • (EN) Stadio Olimpico Grande Torino, su Structurae.
  • Stadio Olimpico, su comune.torino.it, Città di Torino.
  • Stadio Comunale Vittorio Pozzo già Mussolini e impianti sportivi, su museotorino.it, Città di Torino.
  • Ubicazione dello Stadio Comunale sulla mappa della città di Torino (PDF), in ProToCoLLo, progetto di ricerca del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, 2004.
  • Lo stadio Olimpico Grande Torino, su torinofc.it, Torino Football Club S.p.A. URL consultato il 31 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2013).
  • Gli stadi della Juve, su juventus.com, Juventus Football Club S.p.A. URL consultato il 2 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2018).
  • 1897-2017, 120 anni di Juventus e dei suoi stadi, su archistadia.it, 1º novembre 2017.

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Stadio Olimpico Grande Torino by Wikipedia (Historical)


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