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Piazza della Calza


Piazza della Calza


Piazza della Calza è una piazza del centro storico di Firenze, quartiere Oltrarno, posta alle spalle della Porta Romana, nella parte interna alle mura di Firenze, e alla confluenza di via dei Serragli e via Romana.

La piazza si identifica con lo slargo che precede la porta Romana: vi si accede da via dei Serragli, via Romana e - provenendo da fuori città - dal piazzale di Porta Romana. Vista la presenza della monumentale porta e il suo definirsi in relazione a questa, la piazza ha avuto nel corso del tempo denominazioni che a questa si sono riferite, a iniziare da quella di piazza della Porta Romana. Ha tuttavia prevalso nel tempo l'attuale titolazione, in riferimento alla presenza del convento di San Giovanni Battista dei frati Ingesuati, detti popolarmente frati della Calza, dalla caratteristica forma del loro cappuccio. L'ordine si trasferì qui nel 1531, dopo la distruzione del loro monastero fuori Porta a Pinti durante l'assedio di Firenze.

Al tempo della pianta del Buonsignori (1584-1594) questa zona faceva parte di una zona cuscinetto tra l'estremità delle mura e un bastione interno appositamente voluto da Cosimo I e collocato all'altezza di San Pier Gattolino. Il cartografo vi disegnò un pozzo al centro e una serie di case che vi afferivano, in larga parte tuttora esistenti.

Al tempo di Cosimo II la casa davanti alla porta fu decorata da un ammirato affresco di Giovanni da San Giovanni (1617 circa); all'inizio degli anni 1950, ormai quasi illeggibile, venne staccato e al suo posto venne rifatta una scena cone La vita di Firenze nei secoli di Mario Romoli (1954).

Negli anni trenta del Novecento (con completamento nel 1938) un intervento, promosso dal Comune e diretto dall'architetto Ezio Zalaffi (allora capo dell'Ufficio delle Belle Arti), sistemò la piazza demolendo alcune costruzioni tarde che erano addossate a Porta Romana (in particolare un piccolo fabbricato che ospitava il corpo di guardia dei Vigili Urbani) e furono aperte quattro nuove arcate nelle mura per favorire la viabilità.

Per quanto di una certa ampiezza, la piazza si percepisce come logico proseguimento delle varie arterie più che come piazza in senso stretto, dato che qui convergono verso la porta cittadina due strade e che il traffico veicolare, per quanto limitato, è alquanto sostenuto, oltre che per il fatto che la zona centrale è riservata al parcheggio degli autoveicoli.

Sul muro esterno del complesso della calza si vede una lapide con un bando dei Signori Otto, in parte abrasa ma nota da trascrizioni, che proibiva come di consueto i giochi rumorosi nei pressi del luogo sacro:

La trascrizione in italiano corrente è: «Gli spettabili Signori Otto di Guardia e Balìa della città di Firenze proibiscono a qualsiasi persona di qualsivoglia stato, grado e condizione di giocare a carte, a palla, a pallottole, alla forma o alla ruzzola o a qualsiasi altro tipo di gioco, nessuno escluso, nei pressi della chiesa di San Giovanni Battista della Calza dalla porta e nella piazza a braccia 100 (circa 500-600 metri) in ogni verso, pena una multa di 2 scudi, la cattura, e le altre pene imposte dalle leggi su tali trasgressioni, su disposizione del pubblico magistrato Giuseppe Vesini e del cancelliere maggiore Domenico Groppi coadiuvatore». Il Vesini fu magistrato nei primi due decenni del Settecento, come si legge nel bando contro l'alloggio di prostitute in via dei Girolami (datato 1701), e in quello perduto (ma noto dalla trascrizione del Bigazzi) che vietava i rumori presso il convento della Nunziatina (oggi Albergo Popolare) in via della Chiesa (datato 1714).

Sul lato interno interno di Porta Romana si trova poi una lapide datata 1327, con scudetto del Comune (giglio fiorentino) e del Popolo (croce del Popolo), che riporta i dati sulle dimensioni che allora aveva la struttura (via, mura, fossati) in braccia fiorentine, in modo che non potessero essere variate a vantaggio dei privati. Lapidi similio di trovano di simili su altre porte urbiche cittadine (da esempio Porta alla Croce) e, analogamente ad esse, è oggi sostituita da una copia fedele (l'originale dovrebbe trovarsi nei depositi comunali o in quelli del Museo di San Marco):

Traduzione della parte latina e traslitterazione dell'italiano in lingua corrente: «Anno del Signore 1327, undicesima indizione: la strada del Comune dentro le mura è di 15 braccia (tra 8 e 9 metri), le mura sono spesse 3 braccia (circa 1,75 m), i fossati ampi all'imbocco 30 braccia (17,50 m), la via esterna lungo i fossati 12 braccia (7 m) e le fossette dalla via alla collina delle Campora (misura abrasa, probabilmente quando questi fossi ausiliari vennero chiusi), e così deve essere in tutto 66 braccia (circa 38/39 m)».

  • Guido Carocci, Piazza della Calza, in "L'Illustratore fiorentino", Calendario Storico per l'anno 1904, I, 1903, pp. 52-53.
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, Tipografia Barbèra, 1913, p. 21, n. 144;
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, 1929, p. 18, n. 166;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, pp. 168-169;
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo del Comune di Firenze, terza edizione interamente rinnovata a cura di Piero Fiorelli e Maria Venturi, III voll., Firenze, Edizioni Polistampa, 2004, pp. 117-118.
  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza della Calza
  • Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Piazza della Calza by Wikipedia (Historical)


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