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Sinfonia n. 9 (Beethoven)


Sinfonia n. 9 (Beethoven)


La sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, anche nota come Sinfonia corale, è l'ultima sinfonia di Ludwig van Beethoven. Fu eseguita per la prima volta venerdì 7 maggio 1824 al Theater am Kärntnertor di Vienna, con il contralto Caroline Unger e il tenore Anton Haizinger. Ai primi tre movimenti puramente sinfonici ne segue un quarto che include il coro sui versi dell'ode Alla gioia di Friedrich Schiller.

È una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico ed è considerata uno dei più grandi capolavori della storia della musica, anche in quanto simbolo universale di unità e fratellanza tra gli uomini, oltre ad essere ritenuta da molti musicologi il capolavoro di Beethoven. È stata inoltre per lungo tempo la maggiore composizione sinfonica con voci.

Il tema del finale, riadattato da Herbert von Karajan, è stato adottato nel 1972 come Inno europeo. Nel 2001 spartito e testo sono stati dichiarati dall'UNESCO Memoria del mondo attribuita alla Germania.

La Società Filarmonica di Londra inizialmente commissionò la sinfonia nel 1817. La principale opera di composizione fu compiuta tra l'autunno del 1823 e il febbraio 1824, data di completamento dell'autografo.

Denominata nel suo primo abbozzo Allemande ("Tedesca") la sinfonia nacque in parte da altri brani di Beethoven che, confluiti in opere a sé stanti, sono anche contenuti in alcuni schizzi della futura Nona sinfonia. Quanto alla struttura, già la Fantasia corale, Op. 80 (1808), in pratica un movimento di un concerto per pianoforte, introduce un coro e dei solisti verso la fine, per creare il culmine. Così nella Nona Sinfonia le voci cantano un tema prima suonato strumentalmente: peraltro il tema, per lo meno nella struttura, ricorda piuttosto da vicino il tema corrispondente nella Fantasia Corale. Andando ancora più indietro, una versione precedente del tema della Fantasia Corale si trova nella canzone Gegenliebe, per pianoforte e voce alta, risalente a prima del 1795. L'offertorio Misericordias Domini KV 222 di Mozart (1775) contiene un tema affidato ai violini che corrisponde esattamente, a parte una minima variazione, alla frase iniziale dell'Inno alla gioia, e lo richiama pertanto all'orecchio dell'ascoltatore moderno (il fatto non è però straordinario, dal momento che entrambe le melodie procedono per grado congiunto).

Anche se le sue opere più importanti avevano quasi sempre esordito a Vienna, Beethoven voleva che, una volta terminata, la sua ultima composizione fosse eseguita il più presto possibile a Berlino, poiché pensava che il gusto musicale viennese fosse ormai dominato dai compositori italiani, come Rossini. Ma i suoi amici e finanziatori insistettero affinché la première della sinfonia si tenesse a Vienna, tanto che fecero partire una petizione, firmata da molti importanti mecenati e interpreti della musica viennese, suoi ammiratori.

Beethoven fu lusingato dall'adorazione di Vienna, e così acconsentì. Discusse però, a lungo, sulla scelta del luogo dove tenere il concerto. Egli propendeva infatti per la sala del Ridotto, un circolo privato, e già si diceva a Vienna che egli avrebbe dato il concerto «in un guscio di noce». Le ragioni di questa scelta sono dovute probabilmente al fatto che un teatro gli potesse apparire una sede troppo profana per un'opera di alta ispirazione religiosa come la Missa Solemnis, che avrebbe esordito nella sua quasi interezza insieme con la Nona sinfonia. Saranno infine i suoi stessi amici e confidenti a dissuaderlo dalla scelta di dare un concerto in una sala (Verein), e propendere invece per un teatro, nel quale non solo sarebbe convenuta volentieri gran parte della nobiltà e della corte, ma soprattutto l'effetto e la forza dei suoi due nuovi lavori avrebbero trovato uno spazio dove poter essere espresse compiutamente.

La prima della Nona sinfonia si tenne il 7 maggio 1824 a Vienna, al Theater am Kärntnertor, seguita da tre parti della Missa Solemnis (il Kyrie, il Credo, e l'Agnus Dei) e dall'ouverture La consacrazione della casa. Fu la prima apparizione sul palco del compositore in 12 anni; la sala era gremita di un pubblico entusiasta e di un gran numero di musicisti. La première della sinfonia coinvolse la più grande orchestra mai riunita da Beethoven e richiese gli sforzi combinati della Kärntnertor house orchestra e della Società musicale di Vienna (Gesellschaft der Musikfreunde), insieme con un gruppo selezionato di dilettanti preparati. Sebbene non esista una lista completa degli artisti che vi presero parte, si sa che parteciparono molti degli artisti più noti di Vienna.

Le parti per soprano e per contralto furono interpretate dalle famose cantanti Henriette Sontag e Caroline Unger. Il soprano tedesco Henriette Sontag (1806-1854) aveva diciott'anni quando lo stesso Beethoven la ingaggiò per eseguire la sinfonia al suo esordio. Anche il contralto ventunenne viennese Caroline Unger (1803-1877) fu ingaggiato personalmente da Beethoven, ma già nel 1821 si era guadagnata ottime critiche in seguito all'apparizione nel Tancredi di Rossini. Dopo essersi esibita alla première del 1824, la Unger divenne famosa in Italia e a Parigi. Compositori come Donizetti e Bellini sono famosi per aver scritto ruoli specificatamente per la sua voce.

Ufficialmente l'esecuzione fu diretta dal maestro di cappella del teatro, Michael Umlauf, anche se lo stesso Beethoven condivise il palco con lui, cosicché se non altro poté percepire, tattilmente attraverso il plancito, le vibrazioni di risonanza dei registri bassi e del ritmo generale. Due anni prima proprio Umlauf aveva assistito al tentativo di Beethoven, già all'epoca sordo, di dirigere la prova generale della sua opera Fidelio, che finì in un disastro. Così questa volta istruì i cantanti e i musicisti affinché ignorassero il maestro Beethoven. All'inizio di ciascuna parte il compositore, che sedeva al lato del palco, dava i diversi tempi: voltava le pagine della partitura scritta da lui e batteva il tempo per una orchestra che non poteva udire. Così riporta, invece, il violinista Joseph Böhm:

Ci sono diversi aneddoti riguardo alla prima della Nona. In base alle testimonianze dei partecipanti, molti indizi suggeriscono che l'esecuzione era stata piuttosto mal preparata (c'erano state solo due prove complete) e alquanto sconnessa. Le diverse fonti però concordano sul fatto che fu un grande successo.

Quando capitava che il pubblico applaudisse, alla fine dello Scherzo o alla conclusione dell'intera sinfonia, facendo così dilatare i tempi di esecuzione, Beethoven era fuori tempo per diverse misure e tuttavia continuava a condurre. Per questa ragione secondo alcuni il contralto Caroline Unger si sarebbe avvicinata a Beethoven nel finale dell'esecuzione e lo avrebbe fatto voltare per ricevere gli applausi e gli evviva del pubblico. Secondo un testimone, «il pubblico ricevette l'eroe musicale con il massimo rispetto e simpatia, ascoltò le sue meravigliose, gigantesche creazioni con l'attenzione più assorbita e scoppiò in un applauso di giubilo, spesso durante le sezioni, e ripetutamente alla loro fine». L'intero pubblico per cinque volte acclamò l'autore con una standing ovation; c'erano fazzoletti in aria, cappelli, mani alzate, in modo che Beethoven, che non riusciva a sentire gli applausi, potesse almeno vedere i gesti di ovazione.

La prima edizione tedesca è stata stampata da B. Schott's Söhne (Mainz) nel 1826. L'edizione Breitkopf & Härtel risalente al 1864 è stata usata ampiamente dalle orchestre. Nel 1997 Bärenreiter pubblicò un'edizione di Jonathan Del Mar. Secondo Del Mar, questa edizione corregge quasi 3.000 errori contenuti nell'edizione Breitkopf, alcuni dei quali erano "notevoli". David Levy tuttavia ha criticato questa edizione, dicendo che potrebbe creare tradizioni "molto probabilmente false". Breitkopf ha anche pubblicato una nuova edizione di Peter Hauschild nel 2005.

La sinfonia è divisa in quattro movimenti, l'ultimo dei quali contiene l'Inno alla gioia. Beethoven modifica la tipica struttura della sinfonia classica inserendo per la prima volta uno scherzo prima del movimento lento (infatti lo scherzo solitamente segue il movimento più lento). Eccezionalmente infatti, se il primo movimento di una sinfonia o di una sonata e il successivo tempo lento acquistano proporzioni e impegno eccessivi, lo scherzo può diventare il secondo movimento, dando così maggior equilibrio all'opera. Egli aveva comunque già fatto lo stesso in lavori precedenti (inclusi i quartetti di archi) Op. 18 n. 5, the Archduke piano trio Op. 97, la sonata per piano Hammerklavier Op. 106). Anche Haydn fece lo stesso in altri lavori.

Durata delle indicazioni tra i vari movimenti: (Beethoven Symphony no. 9 in D minor, op.125).

Allegro ma non troppo, un poco maestoso. Durata approssimativa 16 min.

Il primo movimento è una sonata dall'atmosfera tempestosa. L'incipit della sinfonia è celebre per la quinta vuota la-mi priva della modale, che dà un senso di vuoto e di indefinito. Tale tecnica venne usata anche da sinfonisti posteriori (Anton Bruckner, Gustav Mahler) per rendere l'idea dell'ordine che nasce dal caos indistinto e indeterminato. Il tema di apertura, suonato "pianissimo" su tremolo di archi sembra a tal punto un'orchestra che si accorda da suggerire che fosse un'ispirazione di Beethoven. Ma da questo limbo musicale emerge un tema potente e chiaro che dominerà l'intero movimento. In seguito, alla fine della parte di ricapitolazione, torna a un "fortissimo" in Si bemolle maggiore, invece che al Re minore di apertura, la tonalità del movimento. L'introduzione impiega anche la relazione tra modale e tonica che distorce ulteriormente la tonica fino a che essa non viene suonata dal fagotto nel più basso registro possibile. La coda utilizza un passus duriusculus.

Scherzo: Molto vivace /Presto. Durata approssimativa 10 min.

Il secondo movimento, uno scherzo, è anch'esso in Re minore, con il tema di apertura somigliante a quello del primo movimento, una costruzione che si trova anche nella Sonata per pianoforte n. 29, scritta pochi anni prima. Essa usa ritmi propulsivi e un assolo di timpani. A tratti, durante il movimento Beethoven sottolinea che il battito dovrebbe essere ogni tre battute, forse a causa del passo molto veloce della gran parte del movimento, scritto in tempo triplo con l'indicazione "ritmo di tre battute", e un battito ogni quattro battute "ritmo di quattro battute".

Beethoven era già stato criticato in precedenza perché non aderiva alle regole riguardanti le composizioni. Utilizzò questo movimento come risposta ai suoi critici. Solitamente gli scherzi sono scritti in tempo triplo. Beethoven fece altrettanto ma esso ha un contrappunto tale che quando accoppiato con la velocità, rende il suono in tempo quarto.

Seppur aderente alla forma ternaria di un movimento di danza (scherzo-trio-scherzo, o minuetto-trio-minuetto), il movimento ha al suo interno una sonata completa. All'interno di essa, la prima parte dell'esposizione comincia con una fuga.

La sezione di trio contrastante è in Re maggiore e in tempo doppio. È nel trio che suona il trombone.

Adagio-molto e cantabile – Tempo Primo – Andante Moderato – Adagio – Lo Stesso Tempo. Durata approssimativa 16 min.

Il tempo lento del terzo movimento smorza i toni dopo i suoni impetuosi dei precedenti, preparandosi quindi per lo slancio del finale. Il movimento lento e lirico, in Si bemolle maggiore, è in una forma variata sciolta, dove ogni coppia di variazioni elabora progressivamente il ritmo e la melodia. La prima variazione, come il tema, è in 4/4, la seconda in 12/8. Le variazioni sono separate da passaggi in 3/4, il primo in re maggiore, il secondo in sol maggiore. La variazione finale è interrotta due volte da episodi in cui forti fanfare eseguite da tutta l'orchestra sono corrisposte da ottave suonate dai soli primi violini. Un importante corno solista è assegnato al quarto suonatore. I tromboni sono in tacet durante tutto il movimento.

Presto; Allegro assai (Alla marcia); Andante maestoso; Allegro energico, sempre ben marcato. Durata approssimativa 24 min.

Il quarto movimento si caratterizza per contenere il recitativo, così suddiviso:

  • Presto – Allegro ma non troppo – Vivace – Adagio cantabile – Allegro assai – Presto: O Freunde – Allegro assai: Freude, schöner Götterfunken – Alla marcia – Allegro assai vivace: Froh, wie seine Sonnen – Andante maestoso: Seid umschlungen, Millionen! – Adagio ma non troppo, ma divoto: Ihr, stürzt nieder – Allegro energico, sempre ben marcato: (Freude, schöner GötterfunkenSeid umschlungen, Millionen!) – Allegro ma non tanto: Freude, Tochter aus Elysium! – Prestissimo, Maestoso, Molto Prestissimo: Seid umschlungen, Millionen!

Il famoso finale corale è la rappresentazione musicale beethoveniana della fratellanza universale. Il pianista e autore musicale americano Charles Rosen lo ha definito come una "sinfonia all'interno della sinfonia", suonata senza interruzione. Questa "sinfonia interna" segue infatti lo stesso schema generale della Nona Sinfonia nel suo complesso. Lo schema è il seguente:

  • Primo "movimento": tema e variazioni con lenta introduzione. Il tema principale che appare prima coi violoncelli e i contrabbassi viene poi "ricapitolato" dalle voci, presenti in tutti gli altri "pseudo-movimenti".
  • Secondo "movimento": scherzo in 6/8 in stile militare (inizia "Alla marcia", parole "Froh, wie seine Sonnen fliegen"), nello stile "alla turca". Conclude con una variazione in 6/8 del tema principale con il coro.
  • Terzo "movimento": lenta meditazione con un nuovo tema sul testo "Seid umschlungen, Millionen!" (inizia con un "Andante maestoso").
  • Quarto "movimento": fugato finale sui temi del primo e del terzo "movimento" (inizia con un "Allegro energico").

Il movimento ha un'unità tematica, in cui ogni parte può dimostrarsi basata sul tema principale, il tema "Seid umschlungen", o su una combinazione dei due.

Il primo "movimento all'interno di un movimento" è a sua volta organizzato in sezioni:

  • Una introduzione, che inizia con un Presto che è quasi una tempesta di passaggio. Quindi si evocano brevemente tutti e tre i precedenti movimenti in ordine, ciascuno commentato e "respinto" dai violoncelli e i contrabbassi, che giocano in una prefigurazione strumentale della voce umana (recitativo). Alla presentazione del tema principale, anche i violoncelli e i contrabbassi prendono quindi parte alla sinfonia.
  • Il tema principale costituisce la base di una serie di variazioni per l'orchestra sola.
  • L'introduzione viene quindi ripetuta dal passaggio Presto, questa volta con il solista baritono che canta i recitativi precedentemente suggeriti dai violoncelli e i contrabbassi.
  • Il tema principale subisce ancora variazioni, questa volta per i cantanti solisti e il coro.

Aggiungere un finale con tanto di coro alla sinfonia rappresentava, per Beethoven, un'idea a cui pensava già dal 1807, e che in parte realizzò nel 1808 nel finale della Fantasia corale, portata però a totale compimento solo con la Nona sinfonia, musicando nel quarto movimento l'Ode o Inno alla gioia di Friedrich Schiller.

Già dal 1793 Beethoven manifestò la volontà di mettere in musica l'Inno alla gioia di Friedrich Schiller. Al 1799 risale il primo abbozzo, sotto forma di Lied, mentre altri schizzi si trovano attualmente in raccolte risalenti al 1814 e 1815. Ma fu solo con la Nona Sinfonia che Beethoven adattò tale testo alla musica, la sua più grande sinfonia. E per far ciò, prese ispirazione da una stesura dell'Ode vista dall'autore stesso nel 1803. L'Inno alla gioia è una lirica nella quale la gioia è intesa non certo come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui l'uomo giunge seguendo un percorso graduale, liberandosi dal male, dall'odio e dalla cattiveria.[1] Peculiarità di quest'ultimo movimento è il perfetto uso (ante litteram) del Leitmotiv, che sarà caratteristico della produzione wagneriana. Infatti Beethoven, all'inizio del 4º movimento, riprende in ordine tutti e tre i temi dei precedenti. Inoltre amalgama con maestria stili vocali e strumentali in una maniera inedita prima di allora, incorporando elementi provenienti dall'opera lirica, dalla polifonia sacra e dalle marcie tipiche della musica militare.

Le parole scritte dallo stesso Beethoven (e non contenute nella poesia di Schiller) sono riportate in corsivo:

La sinfonia è composta per la seguente orchestra. Gli strumenti e le persone impiegate sono di gran lunga i più numerosi per l'esecuzione di qualsiasi altra sinfonia di Beethoven; tuttavia alla première lo stesso Beethoven li aumentò ulteriormente assegnando due suonatori in più a ciascuna parte dei legni.

La sinfonia fu dedicata a Federico Guglielmo III, Re di Prussia.

La sinfonia è storicamente indicata come il capolavoro di Beethoven, nonché tra i punti più alti mai raggiunti dalla musica di ogni epoca. Ciò nonostante, non le sono state risparmiate critiche, e in particolare all'ultimo movimento (singolarmente, il più famoso) sono state rimproverate alcune durezze: «early critics rejected [the finale] as cryptic and eccentric, the product of a deaf and ageing composer». Giuseppe Verdi, che stravedeva per i primi tre movimenti, criticò invece aspramente l'ultimo.

  • Al Metropolitan Opera House di New York viene eseguita nel 1913 diretta da Arturo Toscanini con Louise Homer.
  • Al Teatro La Fenice viene eseguita nel 1944 con Cloe Elmo.
  • Al Wiener Staatsoper viene eseguita nel 1965 diretta da Karl Böhm con i Wiener Philharmoniker, Wilma Lipp, Christa Ludwig e James King.
  • Per celebrare la caduta del Muro di Berlino, nel Natale del 1989, Leonard Bernstein la eseguì alla testa di membri di diverse orchestre europee alla Schauspielhaus di Berlino, solisti June Anderson (Soprano), Sarah Walker (Mezzosoprano), Klaus König (Tenore) e Jan-Hendrik Rootering (Basso). Per quell'occasione, egli stesso sostituì alla parola "Freude" ("gioia"), che ricorre nel corso del IV movimento, la parola "Freiheit" ("libertà"). L'esecuzione fu registrata e pubblicata dalla Deutsche Grammophon con il titolo Ode an die Freiheit: Bernstein in Berlin.
  • Durante il periodo della divisione della Germania, l'Inno alla gioia è stato l'inno per la Squadra Unificata Tedesca durante i Giochi olimpici svoltisi tra il 1956 e il 1968.
  • Nel 1972, la versione strumentale (senza coro), è stata adottata come inno europeo dal Consiglio d'Europa e, successivamente, dalle Comunità europee (ora Unione europea) nel 1985.
  • Dal 1974 al 1979 fu inno anche per la Repubblica di Rhodesia del governo segregazionista di Ian Douglas Smith con il testo "Rise, O Voice of Rhodesia".
  • Il coro del quarto movimento viene inoltre utilizzato anche nelle manifestazioni calcistiche: dal 2005 al 2015 è stato l'inno ufficiale della Copa Libertadores mentre dal settembre 2014, una versione strumentale riarrangiata di un frammento del quarto movimento viene utilizzata come sigla di apertura e di chiusura delle partite di qualificazione ai Campionati europei di calcio e ai match della zona europea di qualificazione ai Campionati mondiali di calcio, oltre che delle trasmissioni ad esse correlate.
  • Alcuni movimenti della nona sinfonia eseguiti su sintetizzatore Moog da Walter Carlos fanno parte della colonna sonora del film Arancia meccanica, in particolare l'Inno alla Gioia che accompagna per contrasto le immagini brutali della "cura Ludovico" durante la rieducazione del protagonista.
  • L'inno alla gioia è nella colonna sonora del film L'attimo fuggente del 1989, suonato dalla Chicago Symphony Orchestra.
  • L'esecuzione di parte del 4º movimento è contenuta nel film Departures di Yojiro Takita del 2008.
  • L'esordio del 2º movimento è contenuto nel film Whatever Works di Woody Allen del 2009.
  • Parti della nona sinfonia sono contenute nel film Warrior di Gavin O'Connor del 2011.
  • Una citazione dalla nona sinfonia si trova anche nel film L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva.
  • Parte della Sinfonia si trova nel film The End of Evangelion della saga Neon Genesis Evangelion del 1997.
  • Il film Lezione ventuno di Alessandro Baricco parla dei motivi della creazione della nona sinfonia (secondo l'autore).
  • Il film Amata immortale di Bernard Rose, del 1994, che narra la vita romanzata di Beethoven, dà una interpretazione di questo brano ricollegandolo all'infanzia del piccolo Ludwig.
  • L'esordio del primo movimento (Allegro ma non troppo, un poco maestoso) è di una certa rilevanza drammatica nel film Equilibrium del 2002.
  • Io e Beethoven di Agnieszka Holland del 2006.
  • Il 4° movimento della sinfonia viene più volte citato nel film Trappola di cristallo di John McTiernan del 1988, venendo anche eseguito nei titoli di coda.
  • In una scena del film d'animazione del 2015 Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts, al talent show scolastico, Schroeder suona la nona sinfonia di Beethoven.
  • Nell'anime Tin'eiji Myutanto Ninja Tatoruzu no monogatari (2006-2023), viene citata in alcuni episodi della seconda stagione e poi suonata da Leonardo durante un saggio nella quarta stagione.
  • Wilhelm Furtwängler, Orchestra & Coro del Festival di Bayreuth, Elisabeth Schwarzkopf (soprano), Elisabeth Höngen (contralto), Hans Hopf (tenore), Otto Edelmann (baritono), EMI Classics; Naxos
  • Wilhelm Furtwängler, Philharmonia Orchestra & Chorus, Elisabeth Schwarzkopf, Elsa Cavelti, Ernst Haefliger, Otto Edelmann, Tahra; Music & Arts
  • Otto Klemperer, Philharmonia Orchestra & Chorus, Aase Nordmo Løvberg, Christa Ludwig, Waldemar Kmentt, Hans Hotter, Testament
  • Herbert von Karajan, Berliner Philharmoniker, Wiener Singverein, Gundula Janowitz, Hilde Rössel-Majdan, Waldeman Kmentt, Walter Berry, DG
  • Herbert von Karajan, Wiener Philharmoniker, Wiener Singverein, Elisabeth Schwarzkopf, Elisabeth Hongen, Julius Patzak, Hans Hotter, EMI
  • Herbert von Karajan, Berliner Philharmoniker, Wiener Singverein, Anna Tomowa-Sintow, Agnes Baltsa, Peter Schreier, José van Dam, DG
  • Leonard Bernstein, Orchestra e Coro, June Anderson, Sarah Walker, Klaus König, Jan-Hendrick Rootering, DG
  • Klaus Tennstedt, London Philharmonic Orchestra & Choir, Lucia Popp, Ann Murray, Anthony Rolfe Johnson, René Pape, LPO Live
  • Günter Wand, Orchestra Sinfonica & Coro della Norddeutscher Rundfunk, Edith Wiens, Hildegard Hartwig, Keith Lewis, Roland Hermann, RCA
  • Nikolaus Harnoncourt, Chamber Orchestra of Europe, Arnold Schönberg Choir, Charlotte Margiono, Birgit Remmert, Rudolf Schasching, Robert Holl, Teldec; Warner
  • John Eliot Gardiner, Orchestre Revolutionnaire et Romantique, Monteverdi Choir, Anne Sofie von Otter, Ľuba Orgonášová, Anthony Rolfe Johnson, Gilles Cachemaille, Archiv
  • Osmo Vänskä, Minnesota Orchestra & Coro, Helena Juntunen, Katarina Karnéus, Daniel Norman, Neal Davies, BIS
  • Arturo Toscanini, N.B.C. Symphony Orchestra, Robert Shaw Chorale, Jan Peerce (tenore), Norman Scott (basso), Eillen Farrell (soprano), Nan Merriman (mezzo-soprano), RCA Red Seal
  • Arturo Toscanini, N.B.C. Symphony Orchestra, Jamila Novtona (soprano), Kerstin Thorborg (contralto), Jan Peerce (tenor), Nicola Moscona (bass); Naxos
  • Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Laterza, 1970.
  • Massimo Mila, Lettura della Nona Sinfonia, Einaudi, 1977 ISBN 8806470191.
  • Antony Hopkins, The Nine Symphonies of Beethoven, Heinemann, London, 1981 ISBN 1-85928-246-6.
  • Nicholas Cook, Beethoven: Symphony No. 9, Cambridge Music Handbooks, 1993 ISBN 978-0-521-39924-1.
  • Mark Evan, Symphony: II. The 19th century, Vol. 29, The New Grove Dictionary of Music and Musicians, Macmillan Publishers, Londra, 2001 ISBN 0-333-60800-3.
  • David Benjamin Levy, Beethoven: The Ninth Symphony, Yale University Press, 2003, ISBN 978-0-300-09964-5.
  • Esteban Buch, Beethoven's Ninth: A Political History Archiviato l'8 giugno 2008 in Internet Archive., University Of Chicago Press, 2004, tradotto in inglese da Richard Miller ISBN 0-226-07824-8.
  • Corrado Setti, Gabriella Goglio, Le nove sinfonie di Beethoven, Lampi di stampa, 2012 ISBN 88-488-1385-2.
  • Giovanni Bietti, Ascoltare Beethoven, Edizioni Laterza, 2013 ISBN 88-581-0913-9.
  • Inno alla gioia (Friedrich Schiller)
  • Fantasia corale
  • Composizioni di Ludwig van Beethoven
  • Wikiquote contiene citazioni di o su Sinfonia n. 9
  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Sinfonia No. 9 di Beethoven
  • (EN) Betsy Schwarm, Symphony No. 9 in D Minor, Op. 125, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
  • Sinfonia n. 9, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C..
  • (EN) Spartiti o libretti di Sinfonia n. 9, su International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
  • (EN) Symphony No. 9 in D minor ("Choral"), Op. 125, su AllMusic, All Media Network.
  • (EN) Symphony no. 9 in D minor, op. 125 “Choral”, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
  • Audio e video guida all'ascolto della Sinfonia N.9 in Re minore (op. 125) realizzata per MITO Settembremusica nel 2009, a cura del Prof. Giangiorgio Satragni, su comune.torino.it.
  • Ascolto in MP3 Creative Commons Adina Spire - Bezdin Ensemble

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Sinfonia n. 9 (Beethoven) by Wikipedia (Historical)