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Elegia scritta in un cimitero campestre


Elegia scritta in un cimitero campestre



L'Elegia scritta in un cimitero campestre o Elegia scritta in un cimitero di campagna è un'opera di Thomas Gray, completata nel 1750 e pubblicata per la prima volta nel 1751.

L'origine del poema è sconosciuta, ma è molto probabile che sia stata ispirata dalla morte del poeta Richard West, avvenuta nel 1742. Gray completò la redazione dell'Elegia nel periodo in cui viveva vicino al cimitero di Stoke Poges. Una copia fu inviata al suo amico Horace Walpole, che la fece circolare nei circoli letterari di Londra. Gray fu costretto a mandare in stampa l'elegia il 15 febbraio 1751, per prevenire l'imminente uscita di una copia senza licenza della sua opera.

Il poema ha il nome dell'elegia, ma non la forma: piuttosto riprende lo stile delle odi, consueto all'epoca, ma contiene una riflessione sulla morte e sul ricordo della persona dipartita.

In quest'opera Gray esplora il tema della morte ambientando il poema nel cimitero di Stoke Poges, nel Buckinghamshire, e descrive le atmosfere lugubri e cupe del luogo.

Grazie a questo poemetto, l'autore afferma l'uguaglianza che ci deve essere fra gli uomini, sostenendo che anche nelle persone più povere erano presenti individualità che avrebbero meritato di emergere a livello politico e sociale, ma ciò non è stato possibile a causa delle disparità economiche nella società dell'epoca; l'autore, nel poema, elogia quindi la gente comune, i contadini, perché secondo lui la fama, il potere e la ricchezza materiale sono concetti illusori che non sopravvivono nell'uomo per l'eternità. L'Elegia è pervasa di nostalgico e blando pessimismo "empirico" e contemplativo, a sfondo cristiano come rivelano i versi finali, col tema classico della celebrazione dell'uguaglianza di fronte alla morte e quello delle virtù, eroiche, politiche e artistiche, rimaste nascoste negli umili, e della critica ai potenti tipico dell'illuminismo e del preromanticismo.

Si ritroveranno questi temi per esempio nel satirico Dialogo sopra la nobiltà di Giuseppe Parini, scritto sei anni dopo l'opera di Gray, negli atteggiamenti antinobiliari della filosofia di Rousseau, nel dialogo La virtù sconosciuta di Vittorio Alfieri. L'Elegia fu subito notata per la sua bellezza (sebbene Gray fosse stato criticato invece da Samuel Johnson) e i poeti della scuola cimiteriale furono così chiamati per i loro componimenti, scritti sulla base della poesia di Gray in un genere iniziato da Edward Young coi suoi Pensieri notturni. L'atmosfera del componimento è serena, stoica e meditativa, ambientata all'ora del tramonto, diversa dalla poesia "gotica" di Young.

Il tema dell'opera viene proposto anticipando le tendenze letterarie dell'età vittoriana, in cui gli scrittori porranno particolare attenzione al quotidiano e al comune, in contrapposizione all'eroico.

Fu anche illustrata da William Blake.

Ancora oggi è una delle poesie più citate della lingua inglese ed è scritta in quartine di decasillabi a rime alternate. Si dice che, prima della battaglia sulla piana di Abraham, dove morirà, il generale inglese James Wolfe recitò questa poesia ai suoi soldati, aggiungendo "Signori, avrei preferito scrivere questa poesia che conquistare il Quebec domani".

Gray è riuscito a fondere forme tradizionali e dizione poetica con nuovi argomenti e modi d'espressione, diventando uno dei precursori del revival romantico.

In Italia molto note divennero la traduzione di Melchiorre Cesarotti (noto traduttore dei Canti di Ossian) in endecasillabi sciolti (1772), quella di Giuseppe Torelli in quartine (1776) e quella ritmica (ma meno letterale) in rime alternate e quartine (la struttura dell'originale) del musicologo Taddeo Wiel (1849-1920) del 1906 contenente la celebre formulazione del verso "Fair science frown'd not on his humble birth // And Melancholy marked him for her own" tradotto come "Sofia non ne sdegnò l'umil natale / Melanconia lo volle a sé devoto", con cui Gray descrive sé stesso e la figura dell'intellettuale romantico, e molte altre. Una delle più recenti e fedeli alle parole del testo è quella in quartine in versi liberi di D. Caminita (1976).

L'influenza della poesia è presente anche in Ugo Foscolo, sia nel carme Dei sepolcri che nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis ("geme la Natura perfin nella tomba").

Il verso dell'elegia «Paths of glory lead not but the grave» ("i sentieri della gloria non conducono che alla tomba") viene richiamato dal celebre regista Stanley Kubrick nel titolo del suo film Paths of glory (Orizzonti di gloria). Il verso è un memento mori, una frase sulla caducità del mondo paragonabile alla celebre sic transit gloria mundi. La lirica termina con la composizione del proprio ideale epitaffio.

Nel film d'avventura del 1977 Una ragazza, un maggiordomo e una lady, prodotto dalla Walt Disney Pictures ed ambientato in una campagna dell'area londinese, il famoso verso (nella traduzione cinematografica in italiano "La via della gloria conduce alla tomba") viene rivelato e recitato da una giovanissima Jodie Foster e scoperto come 'chiave di lettura' di una caccia al tesoro, nascosto nella villetta accanto alla chiesa di campagna, da un antico pirata, antenato della famiglia. Il verso viene citato inoltre nello stesso romanzo da cui è tratto il film, Candleshoe (1975), dello scrittore e critico scozzese John Innes Mackintosh Stewart.

Questo testo è nel pubblico dominio essendo trascorsi più di 70 anni dalla morte del traduttore.

  • Wikisource contiene una pagina dedicata a Elegia scritta in un cimitero campestre
  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Elegia scritta in un cimitero campestre
  • (EN) An Elegy Written in a Country Church Yard, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
  • Traduzioni integrali di Taddeo Wiel e Melchiorre Cesarotti, traduzione della prima parte di D. Caminita e testo originale dell'Elegia, su academia.edu. URL consultato il 18 ottobre 2021.

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Elegia scritta in un cimitero campestre by Wikipedia (Historical)