La ribellione della nobiltà contro Federico II d'Austria, fu il tentativo dei ministeriali di ottenere dal duca Federico II di Babenberg la promessa che i diritti scritti dei ministeriali e dei Landmann, che erano stabiliti per iscritto, sarebbero rimasti intatti.
I diritti dei ministeriali erano già stati confermati per i ministeriali della Stiria nel 1186 nel kleinen Urkunde (piccolo documento) nel patto di Georgenberger e accordi del genere esistevano anche in Inghilterra (Magna Carta Libertatum) e in Ungheria (Bolla d'oro del 1222) rispettivamente nel 1215 e nel 1222, a cui seguirono ulteriori accordi del genere nel 1231 (Costituzioni di Melfi) e nel 1235 (pace di Magonza?) nell'impero.
Fino alla morte del duca Leopoldo VI d'Austria nel 1230, i Kuenringer furono garanti della pace nel paese e adempirono a questo compito soprattutto durante le turbolenze politiche del periodo Staufer.
Quando il duca Federico II era succeduto al padre, i Kuenringer, guidati dei fratelli Hadmar III ed Enrico III, volevano costringerlo a negoziare la conferma dei diritti nobiliari mediante la chiusura dimostrativa dei castelli e, da Aggstein, Dürnstein e Weitra, si appropriarono delle proprietà del monastero di Göttweig, Melk e del monastero Zwettl fondato dai loro antenati, preparandosi all'insurrezione. Attaccarono le città ducali di Krems e Stein e le diedero fuoco.
Il duca si rifiutò di negoziare con gli insorti, muovendosi invece con successo contro di loro, ottenendo il sostegno della Chiesa, di un gruppo significativo di nobili e di cittadini. Nel 1230/31 assediò e conquistò i castelli di Aggstein, Dürnstein e Weitra e fece radere al suolo Zwettl.
Nonostante questa sconfitta, la base di potere dei Kuenring non fu gravemente danneggiata di fronte alle attuali minacce di politica estera, e nel 1232 Enrico di Kuenring fu di nuovo maresciallo. Vent'anni dopo, Albero V ed Enrico IV furono di nuovo a capo del paese sotto il re boemo Ottocaro II.
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